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DYNAMICA 
ateneo dinamico


E' un'idea di ateneo dove il processo artistico é conseguenza della formazione, attraverso una conversazione che dia luogo a stimoli immaginativi. Intende essere uno spazio dove si discutono obietti, ruoli, modalità e funzioni della cultura, come base indispensabile per la costruzione di una possibile visione sociale e politica. E' l'idea di un approccio culturale che sia capace di costruire dei ponti tra saperi diversi, dalla scienza, all'arte, alla religione, con attenzione a tradizioni e culture di paesi diversi. 
Dynamica si struttura in una serie d'incontri su argomenti legati a figure che si sono spinte oltre il proprio campo di studio. Queste "conversazioni" possono anche dare adito a performance artistiche e azioni collettive, presentate al pubblico in un appuntamento finale. 

Dall'idea di libera università a quella di gruppo di studio nomade
E’ un’idea e una pratica di conoscenza che, se pur nella sua diversità, si ricollega a esperimenti di realtà indipendenti che hanno elaborato programmi di studio e di vita tra formazioneconoscenza 
processo artistico. Per fare solo qualche esempio: i congressi, gli incontri, i laboratori che fin dai primi anni del novecento, hanno contraddistinto l’attività delle varie comunità succedutesi al Monte Verità. L’ Anti-university of London, fondata da David Cooper & Allen Krebs nei tardi anni 60 anni, dove si parlava di rivoluzione, scienza, arte e molto altro. La libera università di Joseph Boys per la creatività e la ricerca interdisciplinare fondata nel 1973 e la libera università di Alcatraz di Jacopo Fo, tra teatro, pratiche salutistiche, artistiche e culturali.

Dynamica è un gruppo di studio aperto a tutti, che intende riunire alcune persone in un laboratorio culturale. La finalità è quella di integrare un momento formativo e un processo artistico. L’obiettivo è di “conversare “ su tematiche che fanno capo all’attività di alcuni personaggi storici o viventi. Personaggi che hanno lavorato sui confini e oltre il proprio campo di studio.  Sono chiamati a intervenire relatori di discipline diverse che introducono il tema scelto. Non vi è un rapporto didattico ma ognuno mette in campo le proprie conoscenze: i più giovani avranno molto da imparare ma saranno stimolati a esprimere la loro opinione, i più esperti dovranno avere un atteggiamento di umiltà e allo stesso tempo condividere i propri talenti. Da questo processo si evincono delle parole chiave su cui elaborare un processo artistico che potrebbe essere  presentato al pubblico in una fase finale. Alcuni incontri di Dynamica si sono svolti a Bologna e sulla base di quest’esperienza altri incontri potrebbero essere previsti  in altri paesi.

Un gruppo di studio indipendente, internazionale e nomade
Una pratica  che offra la possibilità di scambio, ricerca e sperimentazione. La dinamicità garantisce uno scambio continuo e quindi previene automatismi pericolosi. La possibilità di incontri in luoghi diversi e l'avvicendamento delle persone, garantiscono un’energia e una forza vitale che si oppongono alla sclerotizzazione dei ruoli, delle competenze e dei poteri.

La proposta intende dare vita a un progetto pilota. Si tratta di una scuola aperta a tutti, in lingua italiana con all’occorrenza, lezioni in lingua straniera. Le sedi possono essere “mobili”: un parco, un appartamento, un luogo pubblico, un’istituzione. Il programma di studio sarà impostato in modo da avere una continuità ma dare allo stesso tempo l’opportunità di seguire singole lezioni. La scuola avrà un carattere informale, non burocratico e le lezioni si struttureranno come veri e propri happening. Facendo riferimento a obiettivi formativi comuni, si intendono promuovere situazioni analoghe nel mondo, in modo che nascano gruppi analoghi con sedi internazionali, che possono tenere i contatti
attraverso le varie possibilità offerte dalla rete (web, forum,  ecc). Alcuni meetings verrebbero organizzati per promuovere e effettuare uno scambio tra gruppi di paesi diversi (siano essi anche formati da docenti e studenti.Oltre a un team di tutor, saranno invitati, ricercatori, artisti e u di una qualche scuola).


la soglia
Lo studio di materie e campi diversi del sapere attraverso personaggi che abbiano condotto o conducano ricerche sulla “soglia”, intendendo con ciò, lo stare in faticoso equilibrio tra limiti disciplinari e interpretazioni degli stessi, a volte in modo assai contraddittorio.Una nuova visione dei rapporti culturali, nell’ottica di uno sviluppo per la convivenza tra i popoli e il consolidamento della cultura come base insostituibile per uno sviluppo e un buon vivere sociale. Questo approccio si effettua costruendo dei ponti tra realtà di paesi diversi. Attraverso il confronto delle ricerche e degli studi che ogni gruppo porterà avanti, si condividerà uno scopo comune e si consoliderà una partecipazione attiva alla formazione di un’idea dinamica della formazione e della cultura.

Dare origine a una visione più ampia della realtà, che prenda forma attraverso la complessità, evitando gli errori di un approccio culturale dogmatico e strumentale o riduzionistico. Lo scopo del progetto è quello di promuovere una discussione sulla cultura e sulla formazione.  Nella parte iniziale di costruzione del progetto occorre coinvolgere persone che siano interessate a questi temi, sia operatori culturali, intellettuali, amministratori, cittadini, italiani e stranieri. Il fine della discussione  è quello di trovare delle possibili strade di studio e pratiche formative che aiutino a interpretare la cultura del presente e a immaginare quella futura. Il tema della soglia di per sé esprime un’incertezza e una labilità che favorisce la trasformazione, il cambiamento. Oppressi come siamo dal quotidiano estenuante rapporto sui mali che affliggono la nostra società, il nostro ambiente, l’economia e lo stesso essere umano, abbiamo sempre meno forze per reagire. Questo determina l’acquisizione di concetti, idee, leggi, paradigmi che vengono assimilati eludendo il controllo della coscienza e imposti senza una possibile e giusta visione critica. La catastrofe sembra sempre imminente ma poi magicamente il cielo si rasserena per tornare minaccioso il giorno dopo. Nonostante questo andamento illusorio che tenta di dare qualche speranza, si percepisce che le strutture, i valori, le certezze che hanno guidato la nostra vita, si stanno frantumando e davanti a noi rimane il vuoto. Siamo al punto di soglia: se vogliamo dare vita a una nuova visione, questo vuoto deve venire coltivato e re-immaginato, attraverso un attento percorso sul crinale della conoscenza. Bisogna stare attenti a dove si mettono i piedi, perché il rischio di caduta c’è, ci vuole coraggio, senso dell’equilibrio e grande capacità immaginativa. Quali siano i temi, i personaggi, le teorie e gli esempi messi in atto, relativi a questo crinale, sarà il tema di una discussione pubblica.



L'arte della conversazione
L’ordito culturale di un territorio s’intreccia con la trama per dare origine a un tappeto dai mille nodi che compongono un’entusiasmante disegno. Restando nella metafora del tappeto, anche se tecniche di automatizzazione riescono a appiattire e uniformare il “prodotto”, non riescono ad annullare la costituzione stessa del tessuto, la differenziazione per tonalità e intensità cromatica, il geometrico gioco di particolari che origina un’immagine unica, partecipata e condivisa da ogni singolo punto.Così è oggi la nostra cultura, come un tappeto, a volte banale nella sua manifestazione estetica, ma tenace e deciso a conservare la struttura stessa del suo essere “tappeto”:  una pluralità fatta di individualità, ognuna della quali porta tradizioni, mitologie e immaginari. Quale luogo migliore di partecipazione e di scambio culturale se non lo spazio della conversazione, attraverso il  confronto, l’ispirazione e l’analisi? Uno spazio fluido che viva di scambi e di spostamenti, che dinamicamente si contrapponga a un’idea statica, burocratica e inefficiente della cultura.



Implicazioni sociali
Il progetto prevede, nella versione più ambiziosa, il coinvolgimento di altre città straniere (tra le varie etnie presenti a Bologna). L’obiettivo è di creare le basi comuni per costruire modelli conoscitivi e pratiche artistiche che in ogni paese, portino a una rivalutazione di scienziati, artisti, filosofi, e figure comuni, che abbiano dato un contributo nella ricerca multidisciplinare, nello sviluppo di vie autonome di studio, nella coraggiosa difesa di principi e valori osteggiati da colleghi nei propri ambiti specifici. Questo filo comune che lega città nazionali e internazionali, si manifesta nella libertà di una precisa scelta formativa, nell’affermazione di un pensiero capace di sostenere una ricerca non accademica, per alimentare un processo di convivenza, di senso della comunità e difesa dei valori umani. Si vuole affermare un valore primario del vivere sociale e del fare politico: un continuo e inarrestabile movimento per la ricostituzione di valori culturali, alla ricerca della nostra essenza di essere umani, attraverso un’analisi continua del rapporto tra cultura e sue anomalie. Difficile compito di un approccio complesso, per superare i limiti di una visione meramente materialistica, per sconfiggere la grezza e monolitica legge del profitto individuale, alla ricerca di quelle porte aperte su altri mondi e leggi che anche la scienza sembra intravvedere oltre i propri limiti disciplinari.



Luoghi e tempi
Gli incontri avvengono in luoghi diversi, non necessariamente istituzionali, ma anche in spazi e case private, parchi, luoghi naturali.



Un'idea di conoscenza
a) Lo studio critico  della storia della cultura in generale e della storia dell’arte in particolare, laboratori finalizzati a metter in pratica le ipotesi progettuali di relazioni tra discipline diverse.
b) Un'idea di formazione, che sia stimolante e si focalizzi su idee e persone, alcune delle quali relegate in nicchie culturali spesso sottovalutate se non banalizzate per volontà politica o ignoranza, che si siano coraggiosamente spinte oltre i propri limiti disciplinari. Dare spazio a un processo di “rivalutazione”, nella ricerca di personaggi e idee che abbiano prodotto e continuino a produrre straordinari effetti culturali restando in bilico sul crinale di saperi diversi, dando origini a visioni e proiezioni inaspettate del mondo. La creazione di un immaginario in divenire che metta in crisi certezze consolidate, dogmi, e predeterminazione.d) Le materie di studio dovrebbero avere una doppia denominazione (per esempio arte/matematica) e essere comprese in più ampie categorie e pratiche che mettano in luce l’aspetto di relazione tra discipline diverse.



Rivalutazione storica, critica e conoscitiva
Conoscere e studiare personaggi, artisti, scienziati per elaborare una pratica artistica ed intellettuale che sia governata da un pensiero elastico pronto a modellarsi su saperi diversi e contraddittori, che costringa a risolvere problematiche del tutto nuove come quelle che nascono dal terreno franco che segna i confini di una soglia disciplinare. Un terreno franco che induca 
nuove prospettive per una “scuola” ideale, in cui la pratica 
artistica diventi applicazione per un percorso di conoscenza.

Come esempio porto tre personaggi il cui pensiero ha agito trsaperi diversi mettendone in crisi i dogmi. 
Il premio nobel Wolfgang Pauli ha lavorato tra fisica teorica e psicologia (vedi il carteggio Pauli-Jung sulla sincronicità), Simone Weil, intellettuale, operaia, ribelle e mistica, ha lavorato sul rapporto religione-spiritualità (non teoricamente, ma con tutto il corpo fino a lasciarsi morire di fame per mettere in atto la sua idea di  "decreazione"), Demetrio Stratos tra musica popolare-antiche tradizioni-sperimentazioni sonore (i suoi vocalizzi racchiudono presente futuro e passato).Wolfgang Pauli, fisico, teorizzò il “principio di esclusione”, un principio della meccanica quantistica che permette la comprensione di molte delle caratteristiche distintive della materia. La ricerca scientifica di Pauli si intrecciò con la psicologia e fede. Questi furono per lui due poli attraverso cui tentare una conciliazione tra materia e spirito, esterno ed interno. Il rapporto con Jung operò un cambiamento nella vita e nel pensiero di Pauli, i cui studi si volsero alla ricerca di ciò che definì un “linguaggio neutro”, tra fede e scienza. E’ proprio in questo spazio neutro tra le discipline, che i saperi e i linguaggi si relazionano, secondo il principio del rapporto tra differenze, che sta alla base della nostra riflessione.
Demetrio Stratos, musicista e cantante, condusse una ricerca sulla sperimentazione vocale, che lo portò a raggiungere risultati eccezionali. La cultura  orientale  e occidentale influenzarono la sua ricerca musicale e lo indirizzarono verso lo studio dell’etnomusicologia. Lo studio e il superamento dei limiti fisici dell’uomo, la ricerca del rapporto musica/voce nelle civiltà antiche dell’oriente e del medio oriente, insieme allo sviluppo di propri progetti musicali, furono gli elementi che accompagnarono il percorso professionale e di vita di Stratos, che fece della sua gola uno strumento di ricerca unico e inimitabile.
Simone Weil fu una filosofa la cui ricerca sconfinò dal proprio ambito scientifico, intersecandosi con il suo vissuto, la sua azione politica, la sua tensione religiosa. L’intensa analisi della Weil sui cambiamenti politici e sociali tra le due guerre, denunciò un mondo in cui l’individuo era ridotto ad ingranaggio di un sistema votato all’idolatria del capitale. La sua cupa visione della realtà fu però mediata dalla sua fede religiosa, che le permise di intravedere una salvezza ultraterrena e l’aiutò a trovare la giusta forza per un’attiva militanza politica, all’interno di movimenti antifascisti e trotzskisti. Ricerca filosofica, impegno politico e fede caratterizzarono tutto il percorso di vita della studiosa, il cui pensiero filosofico è sempre passato in secondo piano rispetto alle intense esperienze di vita per cui è più spesso ricordata.



Ho scelto questi tre personaggi come esempio, perché sono emblematici di tre aspetti fondamentali del sapere. “L’aspetto del sapere globale” caratterizzato dalla verità e dalle sue contraddizioni, rappresentato dagli scienziati (Pauli), L’aspetto del sapere intellettuale, ovvero della “cultura alta”, custode di un percorso storico del pensiero, espressione di conoscenza e libertà ma anche di posizioni dogmatiche e autoritarie, che diventa esperienza interiore, devozione e amore (Weil). L’aspetto della cultura che “nasce dal basso", come cultura popolare, fuori dagli ambienti accademici e si sviluppa attraverso percorsi autonomi (Stratos).

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